Spending review, Grilli: «Tagli alla sanità? Non penalizzano i cittadini»

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    «Continuiamo sulla nostra strada, così come l’abbiamo definita». Con queste parole Vittorio Grilli risponde a chi lo interpella sulla necessità di una nuova manovra correttiva.Per il neoministro dell’Economia quella di ieri è stata una giornata densa di impegni parlamentari. Di buon mattino è intervenuto in audizione ala Camera, davanti alle commissioni Esteri, Bilancio e Politiche europee. Tema i nuovi trattati europei, il cosiddetto fiscal compact e il meccanismo europeo di stabilità. Poi sempre a Montecitorio ha risposto alle interrogazioni nel question time.

    I nodi europei e quelli interni sono naturalmente connessi in questa fase. La strada a cui fa riferimento Grilli è l’accelerazione del percorso del decreto sulla revisione della spesa, che incorporerà quello sulle dismissioni e poi sarà blindato con il voto di fiducia. Così, mentre a livello locale si moltiplicano le prese di posizione e le mobilitazioni contro i previsti tagli (ed in particolare contro l’obbligo di cedere o chiudere le società partecipate, sul quale qualche aggiustamento potrebbe arrivare), i margini di manovra per possibili modifiche appaiono sempre più stretti.

    A proposito dei tagli, il ministro ha voluto precisare che quelli alla sanità non hanno carattere lineare, ma sono invece misure che hanno l’obiettivo di rendere efficiente la spesa delle Regioni. Dunque non verrebbero tagliate le prestazioni ai cittadini: il decreto «mantiene inalterato il livello, sia qualitativo che quantitativo, dei servizi sanitari erogati ai cittadini».

    Ma proprio il provvedimento sulla spending review oltre alle misure effettive contiene anche un percorso per il prossimo futuro, che deve essere seguito senza che si ponga la necessità di nuovi interventi legislativi. In particolare è previsto che vadano trovati altri 6,5 miliardi per evitare in modo definitivo l’aumento del’Iva, che al momento dovrebbe comunque scattare a luglio 2013. Le risorse dovrebbero arrivare dallo sfoltimento delle agevolazioni fiscali, sulla base del lavoro già impostato lo scorso anno da Vieri Ceriani, poi divenuto sottosegretario all’Economia, e da ulteriori provvedimenti di revisione della spesa. È inoltre previsto che con la legge di stabilità siano definiti nel dettaglio i risparmi di spesa dei ministeri, già quantificati in circa 1,5 miliardi l’anno. Dunque c’è un calendario di cose da fare già abbastanza fitto.

    Sul fronte europeo, Grilli si è detto non preoccupato del fatto che l’Esm, ossia il definitivo fondo salva-Stati, non sia ancora operativo ad agosto per il prolungarsi dei tempi di approvazione nei vari Paesi europei. Il ministro è anzi «ottimista» perché a suo avviso l’orientamento europeo è «unidirezionale», ossia favorevole.

    Nel corso dell’audizione sono poi stati riepilogati i termini dell’impegno finanziario italiano nel fondo. Si tratta, ha spiegato il ministro, di 14,33 miliardi di euro di capitale, di cui 5,73 miliardi saranno versati in ciascuno degli anni 2012 e 2013 mentre 2,87 miliardi arriveranno nel 2014. Grilli ha ricordato che «l'incremento di debito dell'Italia dovuto ai programmi di assistenza in corso (Irlanda, Portogallo e Grecia) e ai versamenti dovuti per il fondo europeo Esm sarà pari a circa 3 punti percentuali di Pil nel 2015».

    Fonte: http://www.ilmessaggero.it/economia/spendi...ie/209163.shtml
     
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