"Il nuovo Mark Zuckerberg? Lo cercheremo in un reality"

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    L'idea lanciata dal discografico Simon Cowell, che avrebbe già assoldato un altro big, Will.i.am, il rapper e produttore degli (ex) Black Eye Peas. Si dovrebbe partire dalla Gran Bretagna e poi allargarsi al resto del pianeta. Ma funzionerà?



    CITAZIONE
    Cercasi (nuovo) Zuckerberg disperatamente. E dove trovarlo se non in tv? Sì, il nuovo re della Silicon Valley nascerà come si conviene ai divi di oggi: nella culla digitale della tv. E il sogno, per i ragazzi di tutto il mondo ispirati da cotanto Mark, diventerà finalmente reality... Lo show per la verità è ancora tutto da congegnare. Ma l'idea di eleggere sul piccolo schermo il prossimo signore di Facebook ha già trovato altolocatissimi "mi piace". In campo ci sarebbe nientemeno che Simon Cowell, il discografico che trent'anni fa lanciò in tutto mondo il rococo-pop degli italici Rondò Veneziano e oggi è diventato famoso grazie ai successi decisamente più trendy della tv: da American Idol a X Factor. Chiaro dunque che la stampa di mezzo pianeta, dai pettegoli inglesi del Sun agli smanettoni americani di Techcrunch, abbia rilanciato il suo interesse al progetto sotto un succulentissimo titolo: "Un X Factor per il prossimo Mark Zuckerberg".

    Ora, a parte il fatto che il fattore X del successo di Zuckerberg, come si sa, non è per niente X, ma porta i nomi e il cognome di Tyler e Cameron Winklevoss, i gemelli e colleghi di Harvard a cui Mark rubò l'idea di "The Facebook", l'attesa è ovviamente spasmodica per un programma che prevedibilmente non baderà a spese. E che avrebbe già assoldato infatti un altro big, Will. i. am, il rapper e produttore degli (ex) Black Eye Peas: una scelta anche politicamente importante visto che William James Adams, questo il suo vero nome, è stato tra i primi showman a schierarsi con Barack Obama, mettendo perfino in musica il suo slogan "Yes, We Can".

    E allora sì che possiamo davvero: sì che possiamo sperare di vedere sorgere il nuovo Mark in televisione. Certo, magari verrà fuori con un accento un po' strano, visto che la prima serie dovrebbe partire nella sola Gran Bretagna, per estendersi poi - se successo vorrà - al resto del mondo. E successo sarà se dobbiamo appunto credere al politicamente motivato Will.i.am: "Saper cantare può creare al massimo un paio di posti di lavoro", ha detto lo stesso cantante ai tabloid "mentre qui parliamo di creare tanti e tanti posti di lavoro. Daremo ai giovani la possibilità di esprimersi e mostrare i propri talenti: che sia scienza o matematica".

    Beh, fosse davvero così matematico sarebbe una soluzione proprio per il suo amico Barack: un bel reality - e della disoccupazione (che negli Usa è sempre intorno all'8 per cento) non ne parliamo più. Il mondo del lavoro, purtroppo, non è un gioco: e nemmeno un reality. Del resto l'idea di cercare in televisione i nuovi imprenditori non è neppure nuovissima. Donald "Tuppettone" Trump è riuscito tempo fa a risollevarsi da un periodo non proprio eccezionale (per lui: comunque e sempre miliardario) proprio grazie alla conduzione di uno show, "L'apprendista", tradotto ora anche in Italia, con Flavio Briatore nei panni che qui negli Usa sono stati dell'immobiliarista e grande sponsor di Mitt Romney. E Bravo Tv ha già messo su un reality show proprio ispirato alla Silicon Valley. Fra l'altro assumendo per l'occasione la sorella stessa di Zuckerberg, Randi, che ha risposto allo tsumani di critiche tracimate sulla sua discutibile scelta con la più insulsa delle dichiarazioni: "Fornire l'ispirazione perché più gente possa inseguire l'America Dream è solo cosa buona". E giusta?

    Vedremo che cosa la premiata ditta Cowell & Will.i.am riuscirà a produrre. Certo è che tra il boom di "hitech", "nerd", "geek" e chi più ne ha ne metta, trovare gli aspiranti Mark non sarà difficile. Sempre che la gente, da casa, si divertirà davvero a vedere i concorrenti, invece che cantare, presentare un bel software: il vero X Factor, in fondo, è proprio questo qua.

    Fonte La Repubblica
     
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