Megaupload, forse il vero ritorno

Fuorigioco dallo scorso 19 gennaio, quando i server sono statio posti sotto sequestro dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d'America per violazione di copyright e pirateria, Megaupload ci riprova, dopo aver fallito i tentativi di ripartire appoggiandosi su server africani (in particolare, nel Gabon).

Dal salotto di casa sua, in Nuova Zelanda, Kim Dotcom, il fondatore del sito di file hosting più conosciuto nel pianeta, attualmente ai domiciliari, ha postato su Twitter la promessa che Megaupload tornerà più grande, più veloce e più sicuro che mai: si chiamerà Mega e sarà on line a partire dal 20 gennaio 2013.

Il trentottenne mago del web ha offerto via twitter al Dipartimento di Giustizia americano la disponibilità a tornare negli Stati Uniti ma solo se il gli USA gli garantiranno un processo equo, lo sblocco dei beni e il rispetto dei suoi diritti di cittadino.

Il problema, per Kim Dotcom, è la dimensione del successo di Megaupload: il sito file hosting, di proprietà di Megaupload-Limited con base a Hong Kong, era disponibile in venti lingue e secondo uno studio del Dipartimento della Giustizia Usa, con oltre 150 milioni di utenti registrati e 50 milioni di visitatori al giorno, ormai rappresentava il 4% di tutto il traffico internet mondiale.

Ora il nuovo Mega torna a fasi vivo all'indirizzo Mega.co.nz, in attesa del lancio vero e proprio il prossimo 19 gennaio, ad un anno esatto dallo switch-off imopsto dal dipartimento di giustizia americano.

Ma come far accedere milioni di utenti in tutto il mondo a file online spesso coperti da diritto d'autore, senza incorrere nelle ire della giustizia (non solo americana)? Alcuni ipotizzano che il nuovo Mega chieda ai nuovi abbonati una sorta di liberatoria inziale con la quale si assumono le responsabilità penali di eventuali violazioni di leggi sul diritto d'autore per la condivizione sul web di file video o musicali